la musica elettronica e la sua storia_il musicista e la composizione elettronica_l'oggetto musicale

MEDIAZIONI TECNOLOGICHE. L'ESPERIENZA MUSICALE INCONTRA IL DIGITALE

Evoluzione del sintetizzatore

Il sintetizzatore nasce negli anni ’60, ed è stato inventato con il solo scopo di riunire in un’unica macchina i dispositivi di uno studio di produzione di musica elettronica del tempo. In generale si può affermare che l’architettura di un sintetizzatore consiste nella connessione di diversi moduli, ognuno dei quali è specializzato nel produrre, elaborare o amplificare il suono. Nel corso degli anni esso si è evoluto ma il concetto di fondo è rimasto sempre lo stesso: generare e manipolare il suono.
È possibile operare una distinzione tra i sintetizzatori dividendoli in tre gruppi che scandiscono cronologicamente altrettante fasi storiche: i sintetizzatori analogici, digitali e virtuali.
Quando si parla dei primi ci si riferisce ad un periodo storico ben preciso, tra la metà degli anni sessanta e quella degli anni settanta (vengono detti vintage o retrò).
Successivamente la tecnologia digitale ha permesso di costruire dei sintetizzatori digitali, cioè con solo circuiti discreti - non analogici -, evolvendo così non solo il modo di costruire i sintetizzatori, ma anche quello di utilizzarli. Quando si parla di sintetizzatore digitale ci si riferisce sostanzialmente a prodotti che vanno dai primi anni ottanta fino ai giorni nostri.
Oggi comunque sta nascendo una nuove generazione di sintetizzatori: i sintetizzatori virtuali. Questi sono dei software per computer che simulano in tempo reale o differito il funzionamento di un sintetizzatori su un normale computer. Raggiungere questo traguardo è stato possibile grazie alla crescita esponenziale della tecnologia che ha permesso di costruire computer sempre più potenti ad un prezzo sempre più basso.

Nessun commento: