la musica elettronica e la sua storia_il musicista e la composizione elettronica_l'oggetto musicale

MEDIAZIONI TECNOLOGICHE. L'ESPERIENZA MUSICALE INCONTRA IL DIGITALE

Musica come processo di conoscenza

Ogni azione e ogni costrutto musicale costituiscono momenti di un’esperienza estetica quando sono articolati –mediati- da strutture e processi conoscitivi, dall’acquisizione, dalla sedimentazione e dallo sviluppo di schemi conoscitivi.
Fare musica – idearla, comporla, darle corpo attraverso il suono che prende forma dagli strumenti adoperati - significa esplorare fenomeni nuovi, nuove configurazioni sonore, ciò che Agostino di Scipio definisce il fin-qui-inudito. Ma fare musica implica anche l’interiorizzazione del gia-udito: nel musicista, l’esplorazione del nuovo è tutt’uno con la consapevolezza delle emozioni e delle conoscenze che trasformano il fin-qui-inudito di oggi nel gia-udito di domani.
Il ruolo dell’arte, e la musica non fa eccezione, è strettamente connesso a questa capacità immaginativa e di progettazione priva di altro scopo che non sia quella del desiderio delle esperienze che essa suscita. La densa e complessa attività cognitiva nella quale consiste la prassi dell’arte si fonda su conoscenze acquisite e a sua volta fonda nuove conoscenze che essa stessa rende possibili. Di conseguenza intendere l’esperienza musicale come esperienza conoscitiva significa riconoscerle la capacità di trasformazione del fin-qui-inudito in udibile e considerarla come gioco gratuito unicamente animato dalla seduzione estetica e dalla curiosità dell’ignoto. [ Sull’arte come attività non-deterministica di progettazione senza scopi, si veda H. Simon, Le Scienze dell’Artificiale. Bologna, 1988]
Considerare la musica come processo di conoscenza che suscita l’esperienza estetica è determinante per dare un senso alla mediazione tecnologica. Tralasciando divisioni di echiana memoria tra apocalittici ed integrati e tentando di non cadere nella morsa formata da feticismi tecnologici da una parte e da, dall’altra, timori tecnofobi, la tecnologia che deve essere considerata come sedimentazione e condensazione di un corpus di conoscenze, di idee e di teorie. Da questo assunto deriva che il fare musica implica articolare e modellare la propria conoscenza, saper costruire modelli operativi capaci di dar vita ad azioni e strutture sonore che restituiscono tratti dell’esperienza personale.
A questo punto, il ruolo del computer nell’esperienza musicale – soprattutto in quella compositiva ma anche nell’interpretazione e nell’ascolto – può essere considerato quello di un catalizzatore di idee e cognizioni relative al fatto musicale: perché risulti utile al lavoro creativo del musicista, la macchina deve incorporare conoscenze, nozioni, teorie relative a più livelli di astrazione nel fenomeno musicale, dal livello del segnale acustico (rappresentazioni del suono) a quello delle strutture e delle forme dell’esperienza ascoltativa. (rappresentazioni percettive e cognitive).
Dire che il computer deve incorporare conoscenze musicali implica, quindi, esprimere la necessità di capire, prima, e sviluppare, poi, modelli della nostra esperienza del suono e della musica. Ogni programma per computer attualizza e rende utilizzabile un corpo di conoscenze teoriche. Ciò naturalmente vale per qualsiasi applicazione informatica, ma tanto più vale per in ambiti espressivi, quale la musica è, dove l’oggetto dell’esperienza e della conoscenza non è costituito solo da cose e fatti tangibili ma anche da eventi più fluidi, che hanno a che fare col significato, col senso e le emozioni.
A questo punto risulta meglio delineato l’orizzonte problematico costituito dal rapporto tra musica e tecnologia, tra arte e il mondo delle tecniche e dei mezzi tecnici.
Il mezzo tecnologico non solo attualizza idee e progetti, grazie alla sua efficacia realizzativa, alla sua precisione, ma schiude a sua volta orizzonti ignoti al musicista.
In quest’ultima frase sono racchiuse due accezioni della nozione di tecnologia. La prima indica la tecnologia come realizzazione di ciò che il musicista ha sempre sognato di realizzare, rendendo concreto ciò che inizialmente è solo immaginato e virtuale; la seconda delinea la tecnologia come strumento di virtualizzazione, di apertura all’ignoto, prima che di consolidamento del noto. Il primo atteggiamento nei confronti della tecnologia finisce spesso col misconoscerne la portata culturale, di natura innanzitutto cognitiva. Non è detto che il musicista sappia sempre cosa fare e come farlo, per cui gli è solamente utile e necessario un mezzo potente e preciso per la realizzazione. Il mezzo stesso può essere all’origine di una messa in discussione e di un rinnovamento delle conoscenze musicali in direzioni che il musicista non sempre può pretendere di prevedere. Così da mezzo per l’attualizzazione di idee e sogni, il computer può diventare strumento di sogno, di ideazione. La tecnologia si fa strumento di conoscenze ulteriori, e non solo strumento per l’attualizzazione di conoscenze date. Essa può aprire al fin-qui-inudito (che, a un altro livello, possiamo anche dire inudibile, cioè inimmaginabile all’interno di una certa teoria) anziché consolidare il già-udito (l’udibile, alla portata delle conoscenze teoriche acquisite). Fondamentalmente si tratta di un atteggiamento di umiltà, che comporta il non dare per definitivamente stabilita la propria musicalità, il ripensare la nozione stessa di musica.
Il “problema” che il computer pone al musicista di oggi non è solo di ordine specificamente musicale, ma innanzitutto culturale.
Oggigiorno, forse per la prima volta dopo il XVII secolo, si assiste all’integrazione della cultura artistica con la cultura scientifica. La musica rompe con una tradizione vocale e strumentale plurisecolare, con la stessa nozione convenzionale di musica. Ieri viveva di una combinazione di scrittura e di tecniche motorie; oggi un nuovo apparato tecnico si interpone tra orecchio e cervello. Gli strumenti informatici poco alla volta condizionano la memoria, il gesto, la parola. La struttura e il comportamento del software forniscono un quadro di riferimento, un insieme di concetti e di strumenti al cui interno viene concepita e realizzata una composizione; comprendere questo insieme di concetti e di strumenti è condizione indispensabile per comprendere il potenziale estetico e conoscitivo della musica realizzata al computer.
Per non perdersi in considerazioni ideologiche senza sbocco e tralasciando per un momento l’analisi della musica, costituente il messaggio, il contenuto delle nuove tecnologie prese in considerazione in questo lavoro, si inizierà col privilegiarne piuttosto i caratteri tecnologici, strutturali ed organizzativi.
Proprio quest’ultimi, infatti, determinano, in definitiva, i caratteri propri dell’informazione.

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