la musica elettronica e la sua storia_il musicista e la composizione elettronica_l'oggetto musicale

MEDIAZIONI TECNOLOGICHE. L'ESPERIENZA MUSICALE INCONTRA IL DIGITALE

Informatica musicale

La musica elettronica trova una svolta decisiva nel modo di operare quando si integra con le ricerche sviluppate dall'informatica musicale, la quale nasce e si sviluppa anche grazie all'evoluzione esponenziale degli elaboratori elettronici.
Si entra così, per la prima volta, in una dimensione che non è più solamente analogica, in una dimensione dove, oltre alle macchine in "carne ed ossa", iniziano a comparire universi impalpabili fatti di numeri e calcoli. E' proprio il computer, o meglio, i programmi che "girano" all'interno di esso ad incarnare questo ulteriore ruolo di protagonista del processo di produzione musicale. Infatti l'informatica tecnica - distinguendola da quella teorica, più incentrata sulla utilizzazione di modelli astratti per studiare le informazioni - studia le tecnologie e le metodologie per la realizzazione di sistemi capaci di elaborare, inviare e ricevere le informazioni; lo studio viene affrontato da due prospettive: quella dell'hardware e quella del software.
L'hardware rappresenta l'insieme della tecnologia necessaria per l'elaborazione della informazioni. Il soggetto principale dell'hardware è il computer, o elaboratore elettronico. Il lavoro del computer consiste nell'eseguire i programmi che vi vengono immessi.
Il software rappresenta invece l'insieme di programmi che sono necessari al computer per funzionare ed effettuare qualsiasi operazione.
Nel campo musicale, il calcolatore si inserisce con molta facilità nel cammino che era già abbondantemente tracciato dai musicisti dell'avanguardia elettronica del dopoguerra, cioè quel gruppo di oramai a noi noti compositori che si cimentavano nella difficile arte di comporre i suoni a partire da quelli naturali attraverso l'uso dei circuiti elettronici analogici e del registratore magnetico. Con l'arrivo dei sistemi digitali questo filone afferma la sua identità presso un pubblico più vasto e prende il nome di Computer Music. La ricerca musicale nei primi anni di attività si era concentrata sull'analisi della composizione dei suoni naturali, da una parte, e sullo sviluppo di nuove tecniche per la generazione di suoni , per consentire al musicista un grado di controllo ad alto livello dei fenomeni elementari del suono.
Già nel 1957 Max Mathews svolge i primi esperimenti di applicazione dell'elaboratore elettronico alla musica presso i laboratori della Bell Telephone, negli USA. I laboratori Bell non erano al tempo e non lo sono tutt’ora, un centro di Informatica Musicale, ma una compagnia telefonica. In quei laboratori venivano effettuate delle ricerche sulla conversione analogica digitale per la codifica della voce negli elaboratori elettronici ed una sua possibile utilizzazione nel mondo della telefonia. Il ricercatore incaricato di sviluppare queste ricerche è appunto Mathews, sotto la direzione di J. Pierce. Entrambi, appassionati di musica, intravedono subito nelle loro ricerche una possibile applicazione musicale del computer: quella di far suonare il computer - suonare e non generare una partitura – con suoni sintetici. La precisazione per inciso non è fatta a caso. Infatti l’informatica musicale centra la sua attenzione all’utilizzo del computer in ambito musicale in due modi principali:

1. come strumento compositivo automatico;


2. come strumento musicale capace di generare segnali sonori sintetici e controllare in maniera automatica il funzionamento di altre apparecchiature musicali.


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