la musica elettronica e la sua storia_il musicista e la composizione elettronica_l'oggetto musicale

MEDIAZIONI TECNOLOGICHE. L'ESPERIENZA MUSICALE INCONTRA IL DIGITALE

Le appplicazioni

MIDI Sequencer

L’ applicazione più comune del computer in ambito MIDI è il sequencing, - è bene precisare che questa applicazione viene usata anche in Audio- e cioè la possibilità di registrare, elaborare e riprodurre intere composizioni musicali MIDI.
La registrazione riguarda i comandi necessari ad un sintetizzatore, od altro dispositivo musicale, per compiere una determinata operazione. L’impiego del sequencer rende possibile al musicista di controllare da solo un gran numero di parametri in maniera automatica. La pubblicità di un sequencer degli anni settanta recitava:

”For keyboard players who need an extra hand.” e non poteva esprimere il concetto in maniera migliore. [Enrico Paita, “Computer e Musica: Manuale Completo”, Jackson, 1997]

Come spesso, d’ora in poi, accadrà per quasi tutti gli strumenti presi in considerazione, anche per il sequencer esiste sia la versione hardware, che consiste in unità autonome, sia la versione software, e cioè i programmi per computer.
I sequencer hardware sono dispositivi singoli progettati con l’unico scopo di registrare, editare, e riprodurre sequenze MIDI. Essi hanno un sistema dedicato, un microprocessore, e una memoria integrata con i controlli progettato per le funzioni di riproduzione di una specifica sequenza. Il numero delle tracce disponibili su questi sequencer è molto variabile, così come il modo in cui vi si può accedere o la disposizione con cui sono mostrate sul display. Di solito i sequencer basati su hardware proprio simulano le funzioni basilari del transport del nastro (registrazione, play, start/stop, pausa e cosi via). Inoltre si trovano spesso funzioni di editing, come l’editing delle note, l’editing della velocità, della copia o delle possibilità di mescolamento delle tracce, e di variazioni di tempo. Le informazioni di programmazione, di editing e quelle relative alle tracce, di solito sono disposte su un display a cristalli liquidi, che ha dimensioni limitate e poca risoluzione, e non fornisce moltissime informazioni su una traccia o su un parametro contemporaneamente.
D’ora in poi la musica elettronica segue di pari passo il progresso delle tecnologie digitali, soprattutto quelle legate al mondo del computer; ed ecco così che, grazie all’introduzione del MIDI e ad una diffusione sempre maggiore di personal computer nascono i primi sequencer software.
Essi usano il personal computer per mettere in atto la funzioni di elaborazione (tramite il processore centrale), di memorizzazione e di gestione degli ingressi e delle uscite. Questi sistemi sono spesso potenti e versatili, per quel che riguarda la velocità, la gestione della memoria, e la capacità di attuare diversi compiti sotto il controllo di un software.
I sequencer su computer presentano diversi vantaggi rispetto a quelli su hardware proprio. Uno dei maggiori consiste sicuramente nella maggiore visibilità delle funzioni di editing, sia basilari che avanzate, derivanti dalle maggiori possibilità grafiche dei computer stessi. Usando metodi standard di taglia e incolla, diventa molto facile muovere parti di musica da una traccia ad un’altra, prendere passaggi musicali da una canzone e salvarli in un’altra memoria per un utilizzo posteriore, o ancora poter copiare un passaggio di una traccia. Inoltre la presenza di un grande schermo e di modelli di interfaccia grafica interni rendono più semplice l’attuazione di funzioni complesse. L’editing permette all’utilizzatore di variare facilmente e velocemente l’intonazione, il punto di partenza e il tempo di durata delle note che appaiono sullo schermo, spesso mediante un semplice movimento del mouse. Dato che i sequencer su computer si servono delle capacità organizzative della memoria del PC, i file di sequenze possono essere facilmente memorizzati sia su floppy che su hard disk.
È importante dire che i sequencer hardware non hanno mai raggiunto la flessibilità e la facilità d’uso dei programmi per computer tant’è vero che in qualsiasi studio di registrazione è il computer a fare da padrone.
Anche se l’applicazione più comune del computer in ambito MIDI è il sequencing, ne esistono altre che integrano il panorama del processo di produzione musicale. Le più importanti ed usate sono le applicazioni per la notazione, la composizione, di arranger e gli editor.

Programmi di notazione

I programmi per la notazione, anche detti di stampa musicale, permettono al musicista di immettere dati in una partitura computerizzata, usando vari metodi di input. Di solito convertono la performance del musicista in note sullo schermo del PC.
Questi programmi forniscono all’utilizzatore un metodo lineare per immettere una notazione musicale in una partitura, sia manualmente che automaticamente (via MIDI).
I programmi di notazione variano moltissimo in quanto a possibilità offerte, rapidità delle operazioni, e varietà delle funzioni disponibili. Per esempio, queste ultime possono comprendere il numero di pentagrammi che si possono usare in una sola partitura, la selezione dei simboli musicali disponibili, e la capacità di inserire ed editare un testo all’interno di una composizione.
Dopo che la partitura è stata editata nella sua forma finale, se ne può fare una copia su carta.

Programmi di composizione

Un programma per la composizione permette di realizzare un brano musicale secondo le tecniche di composizione algoritmica viste nel precedentemente.
3.2.5.3 Programmi per l’arrangiamento automatico. Gli Arranger.
Questi programmi realizzano, una volta stabiliti determinati parametri quali accordi, tempo e tonalità ecc., l'arrangiamento complessivo di un qualsiasi brano musicale e cioè sono in grado di trovare da soli il giro armonico di accompagnamento ad una melodia e di costruire attorno a questo un arrangiamento completo composto da vari strumenti. Sono programmi divertenti per coloro che non hanno ancora una grande dimestichezza con la musica, ma permettono anche la realizzazione di materiale più sofisticato per usi più professionali. La gran parte ormai di questo tipo di programmi offrono possibilità di editing avanzatissime e funzioni di stampa di elevatissima qualità.

Programmi di patch editor

Per patch si intende l’insieme dei collegamenti fra i moduli di un sintetizzatore elettronico o, più generalmente tra diverse apparecchiature. Nella sintesi mediante elaboratore, definisce l’ordine nel quale devono essere collegate le unità generatrici di un suono quali: oscillatori, generatori di inviluppo, filtri, ecc., e regola quindi il flusso dei dati attraverso tali unità.
Questo è sicuramente l’aspetto più interessante per la nostra ricerca.
Essi permettono di avere ampie possibilità di controllo sui parametri di uno specifico strumento oppure su un certo numero di dispositivi MIDI; permettono di registrare le informazioni riguardo ad una patch direttamente dallo strumento per la loro archiviazione, di elaborare queste informazioni e di trasferire le informazioni di una patch direttamente al sintetizzatore. Grazie al computer è possibile disporre di una interfaccia grafica di qualità nettamente superiore a quella dei comuni sintetizzatori musicali, inoltre si dispone di una quantità di memoria per archiviare le patch molto grande rispetto a quella presente nel sintetizzatore.
Elaborare informazioni significa poter trattare un suono, modificarlo in qualche sua componente a seconda dei gusti del compositore che lo utilizzerà. Questa è sicuramente una possibilità in più per il musicista, il quale non per forza rimane legato ai suoni preimpostati (preset) dei sintetizzatori in commercio ma può crearsi dei propri banchi suoni realizzando facilmente un desiderio dei primi musicisti elettronici del dopoguerra.
In ogni caso, la semplice esistenza di questa possibilità non è garanzia di un suo utilizzo.

Nessun commento: