la musica elettronica e la sua storia_il musicista e la composizione elettronica_l'oggetto musicale

MEDIAZIONI TECNOLOGICHE. L'ESPERIENZA MUSICALE INCONTRA IL DIGITALE

L’esplosione digitale

Dopo l’excursus storico che, attraverso i vari decenni seguenti il dopoguerra, ci ha fornito una panoramica storica nella quale rintracciare l’inizio e l’evoluzione del filone della computer music, si giunge finalmente ad analizzare la tendenza attuale del rapporto tra musica e tecnologia.
Gli anni ’90 sono stati gli anni durante i quali questo fenomeno è esploso e si è affermato all’attenzione di quasi tutti i musicisti, facendo registrare in tutti gli ambiti musicali una tendenza verso l’uso di strumenti elettronici digitali.
Dopo gli anni ’80 nei quali, come abbiamo visto, si è sviluppato l’uso e il relativo mercato delle apparecchiature digitali dedicate alla musica, gli anni ’90 segnano un capitolo importante nello sviluppo del ruolo del personal computer all’interno dell’ambito di produzione musicale. Infatti, mentre negli anni precedenti il personal computer occupava una posizione marginale, relegato tutt’al più al ruolo di compositore automatico attraverso programmi che consentivano di generare partiture con un grado variabile di “intromissione” da parte del compositore, durante quest’ultimo decennio il computer è entrato in misura massiccia in ogni anello della catena di produzione musicale. Il motivo per il quale ciò solo adesso è possibile è fondamentalmente sempre lo stesso: solo in questi anni, ed esattamente solo dalla seconda metà di quest’ultima decade, gli elaboratori personali hanno raggiunto una potenza di calcolo tale da rendere possibili operazioni in tempo reale (requisito fondamentale) che solo fino a tempo fa erano considerate impensabili. Ma forse non solo per questo. Non è da meno una considerazione a livello più generale riguardante l’abitudine e la confidenza che ormai abbiamo raggiunto nei rapporti con i personal computer. Sono sotto gli occhi di tutti le profonde trasformazioni legate alla rivoluzione informatica. Dopo una fase di incubazione in ambiti scientifici e di ricerca, la rivoluzione elettronica ha fatto la sua comparsa nel mondo del lavoro. In questi ultimi anni le macchine informatiche sono entrate nell’organizzazione personale del lavoro, nella comunicazione sociale, nel gioco e nel tempo libero. Anche se nato negli anni ’80, adesso più che mai si spiega l’aggettivo “personal” indicante lo stretto, familiare rapporto con il computer. Esso è presente quasi in ogni casa, negli uffici, in ogni ambiente lavorativo che ne richiede l’uso ogni dipendente ne ha a disposizione uno. Anche se codeste affermazioni possono lasciare intravedere scenari “negropontiani” di un’immensa oasi felice digitale, lungi da me l’intenzione di descrivere il fenomeno in questione così ingenuamente o se non altro molto poco obiettivamente. Non tutti usano il computer, esistono persone (musicisti e non) che ancora non hanno avuto un benché minimo contatto con esso, non intendono stabilirlo e magari effettivamente non lo stabiliranno fino al fine dei loro giorni ma, se consideriamo la portata delle innovazioni introdotte dalle tecnologie informatiche, le precedenti osservazioni non sembrano eccessive.
C’è chi, come Winograd e Flores [Winograd, T. e Flores, S. “Understanding computer and cognition, a new foundation for design”, Norwood, Ablex] conducono un parallelo tra le innovazioni introdotte dalle tecnologie informatiche e quelle indotte dall’invenzione e la diffusione della stampa. La stampa non fu solo una tecnologia efficace per la produzione materiale dei testi e la circolazione delle informazioni in esse contenuti , ma modificò anche in forme sempre più penetranti il modo di pensare, la comunicazione e perfino le lotte per il potere politico. Si svilupparono opere e figure sociali inedite, nacquero gli editori, il mercato librario. Alla stregua di ciò l’introduzione delle tecnologie informatiche comporta dei cambiamenti negli assetti sociali, esse sono insomma capaci di provocare modificazioni rilevanti e pervasive,cambiano le routine personali e sociali, rendendo possibili nuovi modi di pensare e di agire.
Chi usa il computer, lo usa ormai come uno strumento che fa parte di lui, del suo lavoro, della sua vita. Quante persone oramai scrivono, disegnano, suonano, si divertono col computer. Per loro esso ha assunto un ruolo di strumento ormai indispensabile e non solo per la facilità con la quale dà soluzioni a piccoli o grandi problemi ma anche perché la loro mente, i loro schemi percettivi sono plasmati da una categoria di operazioni e procedure alla quale è impossibile sottrarsi; il loro modo di pensare e di decidere sarà sempre più influenzato dall’uso degli artefatti digitali. Non dobbiamo adottare un’ottica semplicistica che consiste nella giustificazione dell’uso delle macchine e dei programmi quasi esclusivamente in termini di economie di tempo e di denaro, certo questo è importante, ma bisogna prendere in considerazione l’esistenza di aspetti qualitativi dell’interazione uomo-computer.
Nel processo di produzione musicale, l’elaboratore elettronico ha acquistato sempre più importanza sino ad essere considerato da molti, se non da tutti gli addetti ai lavori, uno strumento indispensabile del quale, d’ora in poi difficilmente se ne potrà fare a meno. Esso non è più considerato uno strumento opzionale, un qualcosa in più che solo alcuni possono permettersi e pochi riescono ad usare, ma strumento indispensabile in tutto il lavoro di produzione musicale. Il cambiamento dell’uso di questa tecnologia è dovuto al cambiamento del funzionamento della tecnologia stessa o, usando i termini di Flichy [Flichy1995], il quadro d’uso è mutato al mutare del quadro di funzionamento. Soffermiamoci un momento sull’analisi di questi termini. Flichy ipotizza la collocazione di ogni attività tecnologica in un quadro di riferimento. Egli afferma che:

“gli attori di un’operazione tecnologica mobilitano il quadro che permette loro di percepire e di comprendere i fenomeni che incontrano e di organizzare le proprie azioni (…) gli attori di un’operazione tecnologica si situano sempre in relazione ad un quadro di riferimento. (…) Si tratta di un quadro frontiera appartenente a tutti gli attori che collaborano ad un’attività tecnologica, alla comunità degli ideatori, degli ingegnerie dei tecnici, come ai fruitori”

Il quadro di riferimento può suddividersi in due quadri distinti ma reciprocamente articolati: il quadro di funzionamento e il quadro d’uso.
Prendiamo in considerazione un esempio che lo stesso Flichy ci propone.

“Collochiamoci nella situazione del visitatore di un museo della tecnica o più semplicemente di un mercato di ferri vecchi. (…) Se trova una macchina che non funziona per mancanza di una fonte di energia adatta, dirà che è inutilizzabile. Se, al contrario trova un oggetto rotto o fortemente deteriorato dirà che è fuori uso. Tuttavia, nei due casi, a essere in questione non è l’uso ma il funzionamento dell’artefatto tecnico. Lo slittamento linguistico tra funzionamento ed uso è dovuto proprio alla connessione tra queste due componenti dell’artefatto. Funzionamento ed uso rappresentano le due facce di una stessa realtà.”

Ipotizzando un parallelo con la semiologia, i due quadri sono legati in modo simile a come sono legati il significante e il significato. Il quadro di riferimento, che Flichy chiama anche quadro socio-tecnico, sarebbe così della stessa natura del segno.
Non esiste alcun determinismo e l’articolazione tra quadro di funzionamento e quadro d’uso non è retta da alcuna necessità. Tuttavia i rapporti tra funzionamento e uso si sono strutturati nel corso del tempo ed entrambi sono articolati in un quadro comune, quello del personal computer. Il legame fra i due quadri emerge nettamente quando uno dei due quadri evolve, mentre l’altro resta stabile. Quello cioè che accadde in un primo momento quando i cambiamenti nel quadro di funzionamento (passaggio dall’elettromeccanica all’elettronica digitale) non hanno comportato una modificazione del quadro d’uso. L’uso dei primi strumenti digitali ricalca, pur considerandone i consistenti vantaggi, l’uso degli strumenti analogici. In seguito, la potenza e la rapidità dell’elettronica digitale hanno aperto nuove possibilità di calcolo e, di conseguenza, il quadro d’uso si è modificato. Così il cambiamento di un quadro di riferimento si inscrive nella dinamica dell’evoluzione tecnologica. Si può quindi assistere a cambiamenti del quadro di funzionamento e a cambiamenti del quadro d’uso. I due movimenti, anche se come abbiamo visto posseggono dinamiche proprie interagiscono l’uno con l’altro. E questo è il caso del personal computer e la musica. Non bisogna scomodare grandi evoluzioni della tecnologia (dall’analogico al digitale) per comprendere come l’uso del computer nell’ambito di produzione musicale sia cambiato. In ambito PC, la particolare evoluzione del sistema operativo dall’MSDOS a WINDOWS ha comportato un’espansione delle possibilità dell’uso del personal computer in musica. Ma non solo. L’uso di simboli che rappresentano il corrispettivo analogico ha permesso di andare ad operare su quest’ultimo con tutti i vantaggi però che la tecnologia digitale offre. Tutto questo ci porta a considerare un altro importante aspetto dell’attività tecnica: l’interfaccia.

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