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MEDIAZIONI TECNOLOGICHE. L'ESPERIENZA MUSICALE INCONTRA IL DIGITALE

I sequencer

Il sequencer è senza dubbio l’applicazione principale dei sistemi di Hard Disk Recording proprio perché esso parte – o meglio, i suoi programmatori - dall’idea di simulare le azioni di un normale registratore a nastro. Nell’ambito della produzione musicale questa è certamente la più ovvia delle prestazioni richieste ad un mezzo informatico, ma il software ci permette di fare molto di più di un normale registratore, persino del più sofisticato esistente sul mercato, grazie al fatto che non esistono limitazioni di tipo meccanico-materiale.

“Uno dei pregi fondamentali di questo genere di simulazione è appunto quella di concepire operazioni impossibili nella realtà quotidiana ma non limitate alla sola “realtà virtuale”. I risultati delle elaborazioni sono veri e perfettamente “tangibili” (“udibili” nel campo musicale).”
[Borgioni M., “I computer per la musica”, Armando Editore, Roma, 1999 ]

Insomma il sequencer software può essere considerato una specie di registratore multitraccia, munito di tutte le funzioni base del più agguerrito “tape” meccanico, ma molto più progredito.
Elenchiamone le funzioni più comuni.
Operazioni di trasporto nastro come: registrazione, riproduzione, avanti veloce, riavvolgimento rapido, ricerca di punti precisi della nostra registrazione e relativa memorizzazione, velocità variabile dell’esecuzione e relative impostazioni del metronomo, riproduzione ciclica di una particolare sezione, sovrascrittura e sovraincisione di una nuova registrazione, ecc.
Visualizzazione ed elaborazione del nastro multi-traccia virtuale come: controllo visivi del materiale registrato, spostamenti, duplicazioni, fusioni, modifiche, ecc.
Gestione dell’input proveniente da fonti esterne.
Gestione dell’output verso l’esterno.
Elemento fondamentale del sequencer è costituito dalle tracce. Naturalmente anch’esse sono virtuali e simboleggiano il vecchio nastro analogico sul quale venivano registrate le esecuzioni dei vari strumenti musicali che componevano una canzone. A differenza del nastro analogico, che può contenere un numero finito di tracce, il sequencer software è dotato di un numero infinito di tracce virtuali e su ognuna di esse può essere registrato separatamente un suono.
Il lavoro di registrazione è notevolmente semplificato; grazie alle tecniche di registrazione in ordine verticale - ipotizzando una difficile parte per pianoforte è possibile registrare prima la mano destra in una traccia e poi la mano sinistra in un’altra - ed orizzontale – si possono suonare separatamente le diverse sezioni di una stessa traccia e poi unirle – o alle tecniche di punch in e punch out [ il punch in equivale a dire: stabiliamo un punto “X” ad una certa distanza temporale da “A”. Facciamo partire (play) da “A”il sistema ed ascoltiamo il contenuto delle tracce. Il sistema, una volta giunto al punto “X”, comincerà a registrare (record) così noi, iniziando a suonare, ci agganceremo in maniera del tutto naturale alle battute precedenti. Il punch out al contrario equivale a dire a: stabiliamo un punto “Y” a una certa distanza da ”X”. Il sistema,che stava prima registrando i suoni, arrivando al punto “Y” interromperà l’incisione senza fermarsi.] si risolvono molti problemi di esecuzione che opprimevano fino a non molto tempo fa il musicista.
Oltre a poter registrare suoni appositamente creati da una fonte esterna – per esempio un qualsiasi strumento, analogico o digitale che sia – il sequencer permette di importare suoni , segmenti di audio, intere canzoni in formato wave (.wav) – il formato standard dell’audio su pc -.
Questa possibilità è oggigiorno molto sfruttata – data l’utenza media di non musicisti – tanto che molti “nuovi compositori” non si preoccupano di suonare e conseguentemente registrare su hard disk la loro performance ma preferiscono adoperare segmenti di audio “preconfezionati”; riff di chitarra, linee di basso, sequenze di batteria, suoni ed effetti sonori di ogni tipo si prestano ad essere montati assieme.
Il “nuovo compositore” non si deve nemmeno preoccupare di campionare, estrapolare il segmento di audio che gli interessa, da un brano esistente. Ci sono altri soggetti che si occupano di questo per lui. Oramai non è difficile trovare file audio contenenti riff di chitarra, linee di basso, arpeggi di pianoforte, effetti sonori, assoli di qualsiasi strumento pronti per l’uso ; essi sono creati apposta per una futura utilizzazione da parte di terzi, per essere montati in composizioni che non erano previste al momento della loro creazione.

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