la musica elettronica e la sua storia_il musicista e la composizione elettronica_l'oggetto musicale

MEDIAZIONI TECNOLOGICHE. L'ESPERIENZA MUSICALE INCONTRA IL DIGITALE

Gli editor

Gli editor sono forse le applicazioni nelle quali meglio si può rintracciare l’innovazione introdotta dai computer nel processo di produzione musicale. Infatti oltre alla possibilità di registrare e riprodurre soundfile più estesi, una delle caratteristiche più importanti di un registratore su hard disk è la velocità e la facilità con la quale esso può attuare un ampio editing su un soundfile, se comparate con il tempo che sarebbe necessario per attuare una funzione simile su un registratore analogico.
Se nel mondo analogico le operazioni di "taglia, copia e incolla" erano limitate da un lato dalla maestria con cui si tagliava il nastro a colpi di lametta da barba e dall'altro dal rumore di fondo che aumentava a ogni riversamento, il digitale ha fatto dell'editing uno dei suoi cavalli di battaglia.
Come ho già avuto modo di spiegare, sullo schermo abbiamo di fronte un nastro virtuale, un simbolo che rappresenta il corrispettivo analogico. Su quest’ultimo era necessario andare ad operare letteralmente con forbici, se si desiderava tagliarne una parte.
Nel mondo digitale l’operazione è notevolmente semplificata: è sufficiente evidenziare la parte sulla quale si è deciso di intervenire e successivamente “cliccare” sul tool che ci interessa, nel nostro esempio le forbici.
Un segnale audio digitale è sostanzialmente una sequenza di numeri binari che in un computer sono espressi in forma di bit. La manipolazione dell’audio digitale da parte dell’elaboratore è pressoché identica al modo con il quale esso elabora immagini grafiche, testo o altro materiale. Il paragrafo seguente esporrà brevemente i vari strumenti dell’editing e le loro funzioni.

Funzioni generiche di un’applicazione di editing digitale.
IL numero di funzioni di elaborazione e il grado di complessità e di flessibilità variano spesso da applicazione ad applicazione.

Le operazioni di editing comuni a quasi tutti i programmi per l’elaborazione digitale sono:
• Cut: permette di cancellare una sezione di audio digitale, precedentemente selezionata con il mouse. Tramite questa funzione l’applicazione mette in memoria la regione illuminata e cancella i dati selezionati dalla loro posizione corrente.
• Copy: permette di copiare una sezione di audio digitale. L’applicazione mette in memoria la regione illuminata ma non altera la forma d’onda in alcun modo.
• Paste: permette di inserire i dati contenuti in memoria in una sezione definita dall’utente.
• Clear: ha la stessa funzione di cut ma l’applicazione non mantiene il materiale in memoria.
• Trim: permette di cancellare tutto l’audio digitale eccetto quello selezionato con il mouse.
Le funzioni di cut, copy e paste sono perfettamente analoghe a quelle usate nei programmi di scrittura o nei programmi di grafica.
• Sfumatura (fade) e sfumatura incrociata (crossfade): in fade in e il fade out rispetto a una regione sono funzioni che calcolano l’ampiezza relativa del file audio lungo la sua durata. Il fade aumenta (fade in) o diminuisce (fade out) proporzionalmente il volume di una regione da meno infinito al massimo livello possibile o viceversa. Il crossfade è spesso usato per avere un passaggio meno drastico tra due segmenti audio, che possono essere diversi per sonorità o ampiezza, in un ben definito punto di editing.
• Equalizzazione: è una funzione che determina il livello delle differenti frequenze di un suono. Essa varia di forma e grado all’interno di flessibilità a seconda dell’applicazione. L’equalizzazione digitale controllata tramite software permette all’utilizzatore di equalizzare una singola regione o traccia, oppure l’intera song con automazione e ripetibilità complete.
• Variazione di intonazione: permette di variare, in aumento o in diminuzione, l’intonazione relativa ad una regione ben precisa, o di un intero file audio, di un dato rapporto percentuale o di un intervallo musicale.
Oltre alla velocità e alla semplicità di esecuzione delle operazioni un vantaggio dell’uso del computer in questa fase della produzione musicale è costituito dall’enorme e precisa visuale che lo schermo di un personal computer offre.

Editing grafico su display
In sistemi di questo tipo diventa fondamentale poter contare su una rappresentazione grafica della forma d'onda che consenta di visualizzare, oltre che sentire, i punti di taglio e inserimento: sotto questo aspetto, le macchine hardware stand alone sono ancora indietro rispetto alla flessibilità di visualizzazione dei sistemi basati su personal computer
Il computer, oltre a permettere di ascoltare in tempo reale il suono, dispone graficamente le informazioni del file audio. Se si osserva la rappresentazione grafica di quest’ultimo, si può rimanere sorpresi dalla velocità e facilità nel trovare e definire i suoi segmenti.
Uno dei modi più funzionali e più usati per disporre un file audio sullo schermo di un computer , tanto da esser diventato quasi uno “standard di rappresentazione grafica”, è di ordinare le forme d’onda come una serie di linee verticali, che rappresentano l’ampiezza globale della forma d’onda in quell’istante di tempo.
Questo tipo di rappresentazione è del tipo WYSWYG (What You See is What You Get, vale a dire ciò che vedi è effettivamente ciò che hai), perché dispone la forma d’onda come una sequenza continua di dati, con direzione sinistra/destra.
A seconda del sistema usato, della lunghezza del file, e del grado di zoom, può apparire sullo schermo l’intera forma d’onda o solo una sua parte, e la parte restante continua al di fuori dello schermo.
A questo punto si può più facilmente comprendere il perché della superiorità dell’editing digitale su quello analogico. L’editing grafico su computer è molto diverso dal tradizionale approccio con lametta per editare [italianizzazione del termine inglese “to edit”] il nastro analogico, esso dà informazioni molto più precise sia sulla composizione dell’oggetto da manipolare sia maggiori informazioni grafiche e audio sul preciso e possibile punto di editing.

“Quando si lavora in un ambiente di editing grafico, un segmento ben definito di soundfile è spesso inteso come regione. Di solito si può definire una regione posizionando il cursore all’interno della forme d’onda e poi premere il mouse, e, tenendolo premuto, spostare il cursore alla destra o alla sinistra del punto iniziale. Di solito la regione selezionata è illuminata in maniera particolare per una più facile identificazione. Dopo che si è definita la regione, la si può editare, contrassegnare, darle un nome o processarla diversamente.”
[Runstein, R. E., Huber, D. M., (1999), “Manuale della registrazione sonora”, Hoepli, Milano, pag 225]

Usando l’editing grafico, le forme d’onda che sono state tagliate , mescolate, invertite e assemblate, sono riprodotte visualmente sullo schermo. Se dunque si prevede di fare ampio uso dell'editing, bisognerebbe scartare quelle macchine in cui la musica è rappresentata come una successione di rettangolini e orientarsi obbligatoriamente su quelle dotate di display "cinematografico" e rappresentazione della waveform (forma d’onda).
Oltretutto un sistema di editing digitale permette di ritornare alla versione originale del file, se non si è soddisfatti del risultato finale.

Editing distruttivo e non distruttivo.
Esistono due modi diversi per affrontare l’elaborazione digitale di un segnale: l’editing distruttivo e non distruttivo.
L’editing di tipo distruttivo determina, ogni qualvolta si opera sul segnale, delle modifiche irreversibili. Ad esempio, se un loop di batteria registrato su hard disk si applica un qualsiasi effetto, il software di editing andrà a modificare direttamente e permanentemente il file sull’hard disk. In questo caso non sarà permesso annullare l’operazione appena compiuta.
I vantaggi nell’utilizzazione di questa tecnica sono molto pochi se non nulli ed infatti essa non è usata quasi da nessuna applicazione.
I software di editing più diffusi ed usati, per così dire i leader del mercato, praticano la tecnica dell’editing non distruttivo.
Quest’ultimo infatti permette di modificare un segnale e di non alterare la sorgente originale del segnale stesso. Ciò è possibile grazie al fatto che, quando si apre un campione, il computer crea una copia (immagine) del file stesso ed opera direttamente su di essa, senza modificare il file originale.
Questa inestimabile funzione della tecnologia di registrazione audio digitale permette di attuare un numero infinito di edit, di variazioni, di versioni del programma, e così via, e di salvarle su disco senza alterare il suono o l’esecuzione originale.
Il processo di editing non distruttivo è compiuto mediante l’accesso a precisi segmenti di soundfile registrato, e la loro riorganizzazione secondo un elenco di editlist (indice dell’editing), definito dall’utilizzatore. In effetti, quando si usa un mouse per scegliere (evidenziare) una specifica regione, si ordina al programma di definire un blocco di memoria che comincia in un punto (indirizzo) di memoria ben preciso sull’hard disk , e che continua fino a che l’indirizzo finale è stato trovato. Una volta definite, queste regioni sono inserite nell’elenco in maniera tale che si possa accedere ad esse e riprodurle in qualunque ordine, senza agire sul file originariamente registrato.
[Runstein, R. E., Huber, D. M., (1999), “Manuale della registrazione sonora”, Hoepli, Milano, pag 225]
Naturalmente questa possibilità è molto gradita al musicista che è in grado di provare e riprovare ogni possibilità di editing sul suo materiale senza dover operare in maniera definitiva ed irreversibile.
E forse è anche da questa possibilità che la tecnologia di registrazione audio digitale permette che scaturisce la pratica diffusa di creare differenti versioni dei propri brani.

Nessun commento: